Avvicinarsi alla scrittura disegnando

Set 30, 2020 | Scuola

STORIA DELL’ALFABETIERE DELLA MAESTRA ELENA E DEI SUOI BAMBINI


Leggere e scrivere: per i bambini che si avvicinano al primo anno della scuola primaria è il primo grande traguardo della loro  carriera scolastica. Come approcciarsi a questo grande scoglio? Come avvicinare i piccoli di sei anni a questa sfida?

La maestra Elena Merlo ci racconta la sua splendida esperienza, che nonostante il lockdown ha portato i bambini ad avvicinarsi alla letto-scrittura attraverso un percorso tutto nuovo, fatto di manualità, materiale di riciclo e tanta fantasia. Il risultato è stato un alfabetiere creato dai bambini guidati dall’insegnante. Una sorta di libro dell’alfabeto che racchiude in sé un’esperienza fatta di fatiche non indifferenti ma anche traguardi raggiunti, momenti di difficoltà ma anche momenti ludici, di colori e di natura. Un incredibile mix di materiali e sensazioni che ha avuto lo scopo di insegnare ai più piccoli non solo a leggere a scrivere, ma anche che ogni traguardo si può raggiungere imboccando strade diverse.

Maestra Elena, come è nato questo progetto?
Durante l’estate che precede la prima elementare una insegnante si chiede sempre: cosa posso fare per fare innamorare i bambini della scuola? Per farlo ho bisogno di trovare io stessa insegnante un progetto che mi piaccia e mi coinvolga.  E nel mio caso avere l’entusiasmo dopo l’ottava volta che affronti questo percorso non è così semplice.Così mi sono documentata sull’approccio che i bambini normalmente hanno con la scrittura. Mi ero già fatta un’idea di come le cose erano cambiate negli anni. I bambini hanno sempre più bisogno di toccare per imparare e sperimentare la motricità fine perché rispetto a dieci-quindici anni fa hanno una capacità di usare le mani decisamente diversa. E così ho cominciato da subito a pensare di far usare le mani per l’approccio alla letto-scrittura.

Usare le mani per avvicinarsi alla scrittura: un percorso diverso, lontano dai libri.
L’obiettivo si può raggiungere in modi diversi e l’importante è appassionare i bambini e coinvolgerli. Sui muri avevamo appeso dei grandissimi blocchi di fogli bianchi in posizione verticale, in modo che con il pennello e la tempera potessero lasciare dei segni sulla carta, così da poter vedere come giravano i polsi, muovevano le dita ed avvicinarli in un colloquio individuale. Lasciare il segno sulla parete era un modo per far capire ai bambini che tutto quello che loro facevano era estremamente importante.
Ai bambini è piaciuto moltissimo perché andare a colorare le lettere su questi grandi fogli era diventato un premio .

Il lavoro è durato mesi… l’alfabetiere è nato giorno dopo giorno.
Sì ed i bambini erano entusiasti. Ogni lettera veniva plasmata con materiali diversi ed ognuno aveva capacità differenti  di manipolazione nell’affrontare il proprio lavoro. Così mi sono chiesta perché non raccogliere tutto questo prodotto e farlo vedere ai genitori e ai bambini stessi affinché si possa capire che lavoro che c’è dietro ad un semplice disegno di una lettera. Dai fogli appesi sulla parete siamo passati ai fogli da disegno, dal pennello siamo passati al punteggiare le lettere da inserire in quello che si è trasformato poi in un bellissimo alfabetiere. Purtroppo il lockdown ci ha fermato. Ma ai bambini abbiamo fatto una promessa: tornati a scuola avrebbero visto il risultato del loro lavoro.
Così abbiamo rilegato il loro alfabetiere (che potete ammirare nel video in basso!) e quando sono tornati a scuola lo hanno trovato sul banco! Una sorpresa incredibile per loro e una grande soddisfazione poter sfogliare il loro lavoro e ripercorrere i ricordi di quei momenti.

Rifarebbe questa esperienza?
La rifarei più profonda e più ricca. Tutto quello che i bambini hanno fatto mi è servito per programmare il lavoro successivo e mi sta dando tantissimi suggerimenti per il lavoro di quest’anno. Voglio continuare a farli sperimentare con le mani perché è più facile imparare.
Dal punto educativo è stato un lavoro davvero stimolante ed impegnativo. Ogni cosa che si fa a scuola è importante e va conservata perché è frutto di un progetto e di fatica per bambini e insegnanti.